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La Potenza della Luce

Potenza è una città strana. Fin da quando ero un bambino ricordo di una città viva che popolava le strade e che animava i cuori dei suoi cittadini attraverso lo sport, quello vero, che coinvolge e che unisce.

Eppure, la mia adolescenza in questa città non è stata altrettanto bella. Ho sempre avuto un disperato bisogno di fuggire, di scappare, di andare lontano. Come se, d’un tratto, Potenza non fosse più il mio luogo ideale dove costruire una vita, come se questa città non potesse più darmi un futuro, come se non fosse all’altezza delle mie aspettative, se non potesse darmi le opportunità che sentivo di meritare.

All’improvviso questa terra iniziò a vestirmi stretta, così stretta che, alla fine, me ne andai per davvero. All’età di 19 anni lasciai tutto, i miei affetti, i miei interessi, i miei hobby, la mia famiglia, i miei amici, per andarmi a ricostruire fuori e, precisamente a Napoli. Una realtà di certo non lontana dalla mia casa ma del tutto differente da quella della piccola cittadina lucana. Dopo dieci anni di vita fuori, tra università e lavoro, il caso mi ha riportato qui, a Potenza, a casa.

Potenza è brutta, a Potenza non si fa nulla, a Potenza non c’è lavoro, a Potenza non c’è posto per i giovani, tutti scappano da Potenza… perché io dovrei rimanerci? Perché proprio io dovrei ritornarci mentre la maggior parte delle persone che vanno via non ritornano più?

Da Sociologo e da fotografo ho cercato spesso di ritrovare il legame che avevo con questa città quando ero bambino ma, come dico sempre, c’era sempre un palazzo di troppo o un albero che mi ostacolava la visuale. Pertanto proprio non riuscivo a trovare uno stimolo positivo che mi permettesse di andare avanti.

Poi, una sera, mentre ero alla ricerca di uno scorcio di Potenza che potesse darmi nuova luce, mi sono allontanato dalla città e, seguendo la strada che stavo percorrendo in auto, ho iniziato a salire in alto fino a che, ad un certo punto, la strada terminò, mi voltai indietro e la vidi: POTENZA.

Ma non era la stessa, quella sera aveva un vestito diverso, più bello, più luminoso, era bellissima! Quella sera scoprii la mia città e iniziai a chiedermi come mai non avessi notato prima questa bellezza. La risposta sembra ovvia ma evidentemente non è così. Ho capito che le mie difficoltà non erano legate alla città dalla quale ero partito ma nella città che avevo lasciato. Napoli è stata un’esperienza di vita importantissima per me e non ero ancora pronto per lasciarmela ‘alle spalle’. Quando, d’un tratto, il mio cuore è tornato limpido e pronto per accogliere, quando ho capito che andare avanti non voleva dire necessariamente dimenticare allora si, sono riuscito a dare spazio al nuovo. Così ho capito che Potenza è una città ideale per costruire la mia vita e che tutto il pregiudizio alla quale noi, suoi cittadini, l’abbiamo sempre condannata non lo meritava.

Se vogliamo costruire un luogo più accogliente dobbiamo renderlo più accogliente. Ma questo, sono sicuro che tutti lo sappiamo infondo, deve partire da noi, la città non può farlo. La città siamo noi!

Ecco, allora, che ho iniziato a raccontare sui social la nuova Potenza attraverso le mie foto e a dire a tutti che la sua luce non si era affatto spenta ma che era più abbagliante che mai e che, forse, era proprio per questo che non tutti riuscivano a vederla bene.

Il progetto ‘La Potenza della Luce’ nasce proprio per questo, per aiutarci a far vedere una città diversa e per aiutarci a prendere coscienza che è la percezione della città che abbiamo sempre avuto a non essere l’immagine corretta, non quella che spero arrivi con la visione delle mie foto.

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